martedì 13 marzo 2012

Maria Grazia Perini e il suo Corrierino, che era anche il mio.

Ieri se ne è andata Maria Grazia Perini, storica direttrice del Corriere dei Piccoli, che negli anni Ottanta seppe dare spazio a tanti autori italiani, molti emergenti. 




Erano i tempi in cui il Corrierino aveva me e mia sorella tra i suoi lettori più furiosi. 
Lei, che era più piccola, impazziva per la Pimpa di Altan e possedeva perfino qualche gadget della sua beniamina a pois rossi, cosa ancora non troppo usuale allora. Io sopra tutti gli altri fumetti adoravo la Stefi, la sorella minore di Valentina Melaverde, la bambina ironica e curiosa che non accettava mai una regola prima di averla capita. L'aspettavo trepidante tutte le settimane, nel giorno designato. 



A quell'età il giornalaio era ai miei occhi una figura importantissima, dotata di un insolito misto di autorevolezza e simpatia, in quanto capace di dispensare quella goduria di carta. Ricordo perfettamente l'eccitazione dell'attesa e l'esaltazione quando infine avevo tra le mani l'agognato giornaletto. Subito lo scorrevo alla ricerca delle mie strisce preferite, le pupille, affamate da ben sei giorni, mi dolevano nello sforzo che dovevo compiere per essere certa che non mi sfuggisse neanche per un secondo la pagina desiderata. Quando l'avevo trovata e letta tutta d'un fiato, potevo rilassarmi, rileggerla  una seconda e anche una terza volta, poi passare oltre, a divertirmi con I Ronfi di Adriano Carnevali e le avventure del Signor Bonaventura. Ricordo che d'estate il Corrierino era ancora più bello, ma non so precisamente perché. Forse aveva delle pagine "speciali", un di più di storie e giochi, o forse era solo goderselo un po' più mollemente in spiaggia, insieme all'odore del mare e a quello della pasta al sugo di mamma custodita fino a mezzogiorno nel thermos color arancione anni '70. 
Sono stata bambina con queste letture qua. Voglio chiedere a papà perché ha cominciato a comprare per le sue figlie proprio il Corrierino, e non Topolino o Paperino, che scelta è stata. Forse gli saranno sembrate storie più adatte a delle bambine. Ma se è stato così, l'ho fregato identificandomi con un maschiaccio. Quanto alle letture di Topolino e Paperino, quelle le scroccavo da mio zio tutte le domeniche pomeriggio, quando andavo a casa della nonna.
Poi, non ricordo come e quando, le storie disegnate hanno smesso ai miei occhi il loro fascino e hanno acquisito la fastidiosa qualità di farmi sentire una mocciosa. Il Corriere dei Piccoli mi è diventato detestabile e gli ho detto addio, sebbene lasciassi la Stefi con un rammarico di cui mi rifiutavo di essere consapevole fino in fondo. Pretesi, con malcelato disappunto dei mie genitori, di sostituire Il Corriere dei Piccoli con Cioè. Sì, con quell'orribile giornaletto per teenagers, che spacciava consigli per la prima volta insieme a braccialetti di perline di plastica colorata e adesivi a cuoricini da staccare dalla copertina. Iniziava così l'età degli errori.



Ringrazio Maria Grazia, che andando via ha fatto ritornare questi ricordi qua, con i quali celebro la sua partenza. Buon viaggio MGP. 

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