"Non siamo più disponibili a parlare al futuro riferendoci a Bagnoli, ma vogliamo praticare le nostre iniziative da subito". Così le ragazze e i ragazzi di Bagnoli hanno liberato un altro spazio che giaceva inutilizzato e abbandonato, proprio in quell'area occidentale della città prima avvelenata dalla presenza industriale di Italsider ed Eternit e poi depauperata della sua fabbrica, fondamentale risorsa occupazionale e punto di riferimento per l'intera comunità, senza essere in alcun modo ricompensata della grave perdita subita.
Un'area su cui insistono numerosi progetti di riqualificazione, ma che fino ad oggi e da più di vent'anni è lasciata all'incuria. Eppure Bagnoli non ha mai perso la sua forte identità e ha continuato ad esprimere negli anni, e più fortemente negli ultimi tempi grazie soprattutto ai suoi giovani e giovanissimi, un altissimo livello di conflitto sociale. In tempi di crisi si moltiplicano le liberazioni di spazi inutilizzati o destinati alla speculazione. Di fronte a una classe politica feroce, assolutamente interna a un ceto imprenditoriale e finanziario che è il principale responsabile del tracollo economico, i cittadini e le cittadine diventano protagonisti, abbattono la barriera che separa chi governa da chi è governato e inventano spazi di autorganizzazione e autogoverno in cui si producono idee, cultura, informazione, welfare dal basso. E' un nuovo modello di cittadinanza che si afferma. Mentre il governo salva le banche, i bagnolesi sono determinati a salvare il Bancarotta!
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Per conoscere la storia dell'Ilva di Bagnoli vedi il documentario Il cuore e l'acciaio. Lo trovi anche nella pagina documentari di questo blog.